Le macchine sfrecciano a tutta velocità sul grande incrocio senza degnare minimamente di attenzione il segnale luminoso giallo.
Vicino al palo del semaforo, al confine tra il marciapiede e la strada, una madre stringe forte le mani dei suoi due bimbi piccoli in attesa di attraversare l’incrocio. È timorosa, ha paura, le auto corrono veloci e sembrano non avere un minimo di riguardo per lei e i suoi due bambini. Li stringe forte a sé come per evitare qualsiasi loro iniziativa pericolosa.
Dall’altro lato della strada, una donna anziana impreca con veemenza contro le auto che indifferenti continuano la loro folle corsa. È una donna esageratamente magra, i capelli grigi arruffati e indossa un vecchio giaccone, probabilmente il dono di qualche parente, che ne limita i movimenti.
Finalmente il semaforo diventa rosso e le auto iniziano a incolonnarsi lentamente, in attesa che diventi nuovamente verde. Gli automobilisti meno fortunati si sono fermati davanti ai maleodoranti secchioni dell’immondizia stracolmi e che cercano di costeggiare il meno possibile.
Sia la madre con i piccoli che la donna anziana iniziano ad attraversare la strada. Si incrociano a metà, delle strisce pedonali, e la donna solleva la mano destra verso uno dei bimbi nel gesto di fare una carezza, la madre guardinga invece ritrae a sé i figli lanciando uno sguardo severo verso la donna. L’anziana si ferma perplessa, guarda il terzetto allontanarsi da lei e poi riprende a camminare brontolando qualcosa. La madre, raggiunto l’altro marciapiedi, lascia le mani dei figli sollevata di aver superato indenne l’ennesima prova del traffico.
Il segnale luminoso del semaforo torna verde, permettendo così alle auto di riprendere la loro corsa.